" INCONTRO " CON LA VERGOGNA .


A volte capita - anche se raramente - che io mi debba vergognare di un " Incontro " .
Non per le attivitá sessuali a cui mi viene richiesto di partecipare , o per altri motivi , in qualche modo connessi al ruolo " mercenario " che interpreto .
Sarebbe assurdo che io fossi ancora vulnerabile sotto l'aspetto morale , o avessi bisogno di riempirmi la testolina di giustificazioni , prima di affrontare un impegno di " Lavoro " .
È pur vero - peró - che non sempre le mie aspettative si rivelano adeguate , ed , a volte , mi trovo totalmente impreparata di fronte ad un " Cliente " .
Allora , non solo posso deludere me stessa e comportarmi in maniera " confusa " , ma finisco per chiedermi se sia stato opportuno cacciarsi in quella situazione , senza prima averla accuratamente verificata .
È quello che é accaduto recentemente , quando mi fu chiesto di passare una notte con un " Signore " , giá piuttosto anziano , che , pur frequentando abitualmente l'Agenzia , mai aveva manifestato alcun interesse in contrattarmi .
Di solito , la scelta della persona , con cui si debbano condividere momenti intimi , segue un rituale ben programmato .
Raramente si lascia all'improvvisazione il compito di decidere .
Sia chi si rivolge di persona , che chi utilizza l'Internet , richiede una documentazione fotografica e passa attraverso un laborioso processo di selezione , in base al quale , la Modella " scartata " , difficilmente puó venire " ripescata " .
Possono sempre verificarsi eccezioni , ma mi sembró abbastanza sospetto che fossi stata io la prescelta in quell'occasione .
Pensai subito che , o un'altra escort si fosse resa indisponible all'ultimo momento ed a me si richiedesse di " tappare il buco " , o che fosse sorta qualche " nuova " componente che avesse indotto a farmi riconsiderare .
Non sapevo che a quell'uomo fosse mancata da poco la moglie , vittima di una dolorosa e prolongata malattia .
Mi accorsi - peró - appena entrata nella casa dove mi era stato indicato di presentarmi , che un'atmosfera " strana " vi dominasse , quasi si potesse percepire la presenza di una persona , che fisicamente non si notava .
Non intendo criticare qui la logica di un uomo che , sentendosi solo , decida di ricorrere ad una di noi , per usufruire di un po' di compagnia e , nel contempo , soddisfare bisogni sessuali , che non sempre la tristezza annienta totalmente .
Credo , piuttosto , che ci renda onore poter essere a disposizione di chi ne ha piú bisogno .
Ma mi permetto di osservare come , in quel caso , si stesse creando un'atmosfera artificiale , a cui non potevo contribuire positivamente .
Non si trattava per me di assumere un ruolo , di " giocare " e fingere di essere un oggetto sessuale particolarmente stimolante , di immergermi in un contesto che aiutasse il mio partner occasionale a distrarsi e , conseguentemente , potesse rivelarsi utile per soddisfarlo .
Mi si richiedeva invece di essere una ... MORTA .. un cadavere senza vita e senza senso .
Oltretutto avrei dovuto adempiere il rituale macabro di indossare indumenti che non mi appartenevano , e lasciarmi guidare nei meandri di un itinerario impossibile da prevedere .
Maledicendo mentalmente chi mi aveva assegnata a quel " compito " , dissi chiaramente di non sentirmi né preparata né disponibile ad assolverlo .
Proposi alternative , peró , non intendendo sottrarmi completamente al " dovere " .
Pur cosciente di stare in qualche modo " tradendo " i principi basici della mia " professione " , non riuscivo a motivarmi ciecamente , al punto da infrangere anche qualche Taboo ancestrale , che deve far parte del mio patrimonio genetico .
Sí , perché io considero il sesso una sana manifestazione di energia vitale , che penso proprio debba mancare a chi abbandona questa vita .
Si deve accettare l'ineluttabilitá che il nostro corpo non sia eterno .
Non conviene , secondo me , trasferire " altrove " attivitá , che hanno significato qui tra noi , e nulla rappresentano per chi non é piú di carne ed ossa .
Ovviamente quell'uomo , cercando di ricreare piacevoli momenti che la memoria gli ripresentava costantemente , richiedeva solo la mia collaborazione e non intendeva snaturarmi od offendermi .
Provai una buona dose di simpatia per lui e , sinceramente , mi dispiacque di non riuscire a superare i limiti della mia coscienza .
In questo senso , si puó parlare di un sentimento di profonda vergogna che mi pervase .
Quando poi , al congedarsi da me , mi chiese un ultimo favore , quello di leggergli le poche parole , che una calligrafia incerta aveva lasciato al margine della prima pagina di un libro , non volli reiterare la mia totale estraneitá alle sue tristi vicende personali .
Finsi di non scompormi e non aggiunsi una sola parola a « Tu sai chi sono e mai esisterá chi piú di me condivida le tue perversioni » .
In silenzio , accolsi il suo sguardo commosso come una sconfitta , piú mia che sua , un'ampia conferma delle mie imperfezioni .
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