IMPACCHETTARE PANE E DIMENTICARSI DELLA PROPRIA IDENTITÀ .









Giovanna vende pane e dolciumi in un supermercato appartenente ad una multinazionale .
Svolge mansioni estremamente limitate .
Quasi nulla é la sua libertá d'azione .
In un angolo d'un ampio capannone deve pesare ed impacchettare quello che le viene indicato , spesso con molta fretta e poca chiarezza .
Non le concedono d'interagire con la clientela se non augurando buongiorno e ringraziando formalmente  .
L'hanno vestita con una tutina rossa come un meccanico ai Box della Ferrari ed , in testa , per nascondere i biondi capelli annodati alla nuca , le impongono d'indossare una cuffietta d'altri tempi .
Cosí , un lavoro poco interessante , s'é trasformato in un autentico incubo .
Non le permette d'applicare le nozioni apprese in cinque anni d'Universitá , né offre possibilitá di carriera .
È noioso , ripetitivo , non esige creativitá .
La finestra piú vicina al bancone , dietro il quale l'hanno sistemata , si trova sul lato opposto dell'edificio , ad un centinaio di metri di distanza .
Da lí , entra solo la luce-al-neon delle insegne , dei fari delle vetture che si posteggiano accanto . .
Si scorgerebbero colori naturali in prati indisturbati , poco lontani .
Ma una SuperStrada congestionata , invalicabile , li mantiene irrangiungibili .
Capisco che , la forma suggestiva delle nuvole che si rincorrono , puó distrarrre dagli intenti commerciali che pervadono l'ambiente d'uno shopping-center .
Ma é di Giovanna che mi preoccupo .
Lavora in una prigione , in una scatola di cartone , in cui non penetra mai un raggio di sole .
Non mi sorprende affatto che stia sviluppando comportamenti , che qualcuno definirebbe patologici .
In questi ultimi tempi , parla spesso - a voce alta - soprattutto quando nessuno la sta ad ascoltare .
Anche se é dietro al banco di lavoro .
Credo si rivolga ad una persona immaginaria .
Con la testa leggermente inclinata , abbassa lo sguardo , solitamente verso la sinistra del negozio , dove c'é una seggiola vuota .
È quando inizia a proferire suoni concitati .
Dal tono delle parole che le escono di bocca , si direbbe che sono due le protagoniste della discussione .
Una si lamenta , insulta ed esprime tutto il suo disdegno .
L'altra grugnisce qualche assenso , raramente si permette di dissentire .
Ma , quando lo fa , la situazione si complica .
Giovanna , allora , non riesce piú a concentrarsi su quanto sta facendo , non ascolta le richieste dei clienti .
Gesticola con entrambe le mani levate al cielo .
L'espressione del suo viso assume un'aria estatica , che si direbbe di felicitá .
In quei momenti , nessuno si permette d'esigere nulla : tutti - in coda - attendono pazientemente che lei ritorni ad occuparsi di loro e del pane da impacchettare .
Molti pensano di trovarsi al cospetto d'una schizofrenica , forse pericolosa da affrontare .
Qualcuno crede - invece - che si tratti d'un trucco banale ed innocuo , escogitato per concedersi un po' di riposo , per sfuggire ai propri doveri .
Contemplano allora l'opzione di non ritornare piú in quel supermercato .
Ma , una volta ottenuto tra le mani il pacchetto da sistemare nel carrello , il pragmatismo prevale , e non affiorano altri problemi .
Giovanna non suscita particolare pena o compassione : é un fantasma surreale che capita d'incontrare , ma di cui nessuno si ricorda dopo 5 minuti .
Non ci si chiede perché agisca in modo tanto strano , né si cerca d'aiutarla , anche soltanto rivolgendole un sorriso amichevole .
A me sembra che stia vivendo una crisi d'indentitá , positiva .
Sta allontanandosi dagli impegni gravosi che l'individualitá impone .
Non si riconosce piú nelle sue azioni , in quello che desidera , o ottiene materialmente .
Tantomeno crede d'essere soltanto la persona che indossa quella tutina scarlatta .
Pensa pochissimo , tanto sa che tutto é incomprensibile alla mente umana .
Non s'illude d'essere intelligente , ma cerca di mettersi in contatto con un'Intelligenza superiore .
Per lei , le parole hanno spesso un significato superficiale , che altri possono fraintendere , sono un'etichetta che non corrisponde al prodotto .
Parla a sé stessa , per non imporre il peso della comunicazione su altre persone .
Ma non s'é creata una alter-ego che la comprenda e consoli , quando tutti sembrano ignorarla .
Sta , piuttosto , raggiungendo una dimensione , in cui tutto é armonico , ogni parte si fonde con il Tutto .
Sa che la sua voce non le appartiene interamente , cosí come non sono di sua proprietá i termini , che usa per esprimersi .
Di certo , ha smesso di lasciarsi alienare da condizioni di vita , che sarebbero estremamente frustranti , per chiunque altro .
Ha ormai abbandonato ogni sentimento negativo .
Non puó avere nemici , dato che il Tutto non puó suddividersi in tanti tutti che lottino tra di loro .
Sorride sempre , qualche volta le scappa una risata , di cui pochi capiscono il motivo .
Giovanna non é matta .
Viene osteggiata , soltanto perché la nostra societá altro non produce che rifiuti , non sembra capace di rinnovarsi .
Sinceramente credo che dovrei scrivere un libro intero su di lei , indicandola come un esempio de seguire .







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